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Come racconti la tua storia racconta quali obiettivi vuoi raggiungere


Siamo tutti narratori nati e scegliamo con attenzione quali eventi del nostro passato presentare all'interlocutore. La storia che raccontiamo non è mai esaustiva: diamo peso e importanza a persone scegliendole con cura. Nemici, amici e svolte narrative sono elementi fondamentali a supporto della storia che vogliamo ci rappresenti.

Da uno studio recente (The Power of Meaning: Crafting a Life That Matters, Emily Esfahani Smith) sembra che tutti ci dividiamo in due opposte categorie riscatto e contaminazione.

I primi che cercano un valore aggiunto nelle scelte precedenti per avvalorare la loro condizione attuale ("Ho fatto questo/mi è successo quello... e oggi ho imparato che/mi sono migliorato al punto di...") e i secondi che, invece, raccontano la propria vita come un'alternanza di alti e bassi. Quest'ultimi sono individuati come soggetti più ansiosi e che tendono all'autocommiserazione ("Andava tutto bene finché... La situazione si era risolta ma poi è arrivato quel giorno e niente è stato più come prima... Finalmente avevo il lavoro che volevo ma hanno ridotto il personale"). Ed è difficile riconoscere il trend inverso: dall'evento negativo al positivo.

Chi lo fa è un narratore del riscatto e sfrutta le difficoltà come elemento di riflessione e crescita, come anticamera della svolta positiva.

 

E come raccontiamo chi siamo e come siamo arrivati ad esserlo,

rappresenta cosa vogliamo diventare domani.

 

E se ancora non siete convinti che lavorare sulla vostra storia da raccontare fatevi convincere da Andrew Stanton ("Toy Story," "WALL-E") di cui consiglio il video integrale (20 minuti scarsi), ma di cui vi riassumo i punti fondamentali:

  1. Fammi interessare alla tua storia: senza coinvolgimento non arriverò mai alla fine

  2. La regola del 2+2, in cui è il tuo interlocutore che unisce le diverse parti della storia: deve essere l'obiettivo più alto a cui puntare. Raccontare una barzelletta e far ridere è ben diverso da raccontare una barzelletta e doverla spiegare. Lascia che la conclusione arrivi da chi ascolta, ma fornisci tutti gli ingredienti e la ricetta.

  3. Trasmetti meraviglia e attingi dal reale. Trova quella tua storia, tutti l'abbiamo, e rendila universale. Lascia che ciò che ha rappresentato una crescita per la tua realizzazione diventi un punto di riflessione per chi ti è di fronte.


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