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Booklover - Non stancarti di andare

L'incipit di una graphic novel non è come l'incipit di un libro. A volte una tavola, per quanto splendidamente realizzata, non è altrettanto incisiva come le prime parole che l'autore scrive e scrive affinché siano incredibilmente incisive.

"Non stancarti di andare" ha un suo incipit emotivo, per me, a pagina 260. Arriva molto tardi, me ne rendo conto. Eppure in questa tavola io ci ho visto l'intera storia, in una somma di volti.

Non stancarti di andare, Teresa Radice e Stefano Turconi

La storia di due giovani comuni, innamorati e divisi dalla distanza del mare, in una realtà dei nostri giorni, fatta di immigrazione, guerra e paura, comunicazioni interrotte e lunghissime attese porta a riflettere sul significato profondo dell'attesa.

Ci sono affetti che nella vita diventano il significante di una parte di noi: non possiamo disfarcene, non è che fatichiamo a farlo. Restano impigliati nelle maglie della nostra persona per un tempo lungo, indefinito e nella lontananza acquisiscono ancora di più il valore della certezza. Questa è la storia di Iris e Ismail che si rilancia dalla Liguria alla Siria in un avanti e indietro lungo, insicuro, a tratti cieco nel suo andare.

Se anche voi non trovate conforto nell'istigare all'odio, se anche voi vi siete chiesti quale storia si nasconda dietro la vita dei pellegrini nel mondo, questa storia fa per voi.

Io ho tatuato sul braccio "This is Water" perché nelle parole di David Foster Wallace trovo una grande verità che ogni giorno provo a mettere in pratica.

 

The immediate point of the fish story is that the most obvious, ubiquitous, important realities are often the ones that are the hardest to see and talk about.

 

Non commuovetevi solo per il brillante pezzo di Pierfrancesco Favino che interpreta magnificamente "La notte", trovate una ragione per commuovervi davanti ai visi delle persone che chiedono aiuto e che non hanno voce, che urlano disperazione a labbra serrate.

 

Vi invito a interrogarvi se ci sia un modo diverso di vedere le cose, che non sottrae il principio di giustizia e l'intervento correttivo,

ma che include il valore della comprensione nell'equazione.

 

Io fermamente credo che siamo ciò che siamo per la somma di più valori: la nostra indole, la nostra cultura, la famiglia o cerchia ristretta di affetti che ci ha cresciuto e il contesto sociale in cui viviamo e in cui costruiamo la nostra opinione.

Provate a pensare alla vostra, provate a togliere almeno due fattori e immagine la combinazione estremamente differente.

Se, come me, siete curiosi di conoscere, non avete smesso di studiare e allargare i confini della vostra cultura, se la famiglia e gli amici che avete avuto accanto vi hanno insegnato il valore del rispetto, dell'affetto, della costanza e della temperanza e se siete in un paese che, malgrado vada a rotoli per tanti versi, vi ha permesso di avere un lavoro e una casa, lamentandovi delle domeniche con il blocco delle auto e degli apertivi a otto euro in Corso Sempione, allora siete privilegiati, nei confronti di questa vita.

Togliete una famiglia che vi insegna il rispetto, o una società che non mi offre nient'altro che agio. Sfido io, a restare morali, inattaccabili e solidi nei vostri principi, quando la fame vi arrotola lo stomaco e dormite in un cartone. Penso che queste persone debbano venire prima degli "italiani"? No, penso che tutti meritiamo un'aiuto e non ci sono abbastanza mani per offrirlo. Penso che distinguere tra noi e loro non sia di aiuto per nessuno.

Se, leggendo questa graphic novel, si desta in voi il desiderio di comprendere l'altro allora sappiate ciò che ho imparato fino a qui. Conoscere per non temere, conoscere per saper distinguere, conoscere per costruire la propria evolutiva opinione è il primo passo pacifista, apolitico, apartitico e comprensivo che potete regalare a voi stessi, a chi vi circonda, alle generazioni che verranno.

Arrogatevi il pieno potere del giudizio, solo dopo aver conosciuto.


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