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Linda, ma perché scrivi in inglese?


Mi è stato chiesto perché scrivo in inglese. Il mio sito personale c'è da 4 anni, ma è nell'ultimo anno che l'ho rivoluzionato. Era un sito vetrina e ora contiene un blog (recensioni non comuni di libri e film), l'e-shop di Whale_it e un booking online per prenotare sessioni 1-to-1 di consulenza. Funziona tutto a meraviglia. Il blog, irrisorio per i numeri che fa, è il mio spazio personale in cui condivido le mie riflessioni in ambito di storytelling, di lavoro, di #stuesday.

 

Mi impegno a dimostrare come capire lo storytelling,

e saperlo padroneggiare, possa essere uno strumento in più

quando dobbiamo parliamo di noi stessi.

 

Al pubblico, ai clienti o anche agli amici, perché no. Però su quel blog ho dei numeri bislacchi almeno quanto le mie scelte.

  1. Italia 43,78%

  2. Stati Uniti 17,62%

  3. India 5,93%

  4. UK 5,03%

  5. Turchia 2,2%

Questi i primi 5, e se ti stai chiedendo come mai India e Turchia, sappi che anche io ho interrogativi grandi quanto la loro estensione terrestre sommata. Esclusi gli italiani, il resto corrisponde al 56,22%.

 

Voglio parlare di storie e mi rifiuto di non migliorarmi.

Farlo in inglese mi impegna ad andare al succo.

E mi connette con moltissime persone.

 


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